È evidente che quello al quale stiamo andando incontro sarà un mondo diverso da quello che ci siamo lasciati alle spalle il 09. Marzo 2020.

Non ho idea, ma soprattutto non ho mezzi adeguati per fare delle valutazioni qualitative, nel senso che non so se cambierà, da un punto di vista generale, in meglio o in peggio. Fare delle prognosi in questo senso è un esercizio molto azzardato e non consono al ruolo che ricopro. Quantitativamente invece sono certo che non sarà più nulla come prima.

Quello che stiamo facendo qui a Dornach è quello che abbiamo sempre fatto e che in certo qual modo è quello che ci viene meglio, e cioè: prenderci cura della terra, del sistema suolo, dei campi, degli orti, degli animali, dei vigneti, dei vini, ma anche e soprattutto di noi stessi.

Cerchiamo di essere resilienti. Di adattarci alla mutevolezza delle cose, delle situazioni. E lo facciamo concentrandoci su quello che giornalmente la natura ci chiama a fare:

Ci concentriamo a fare agricoltura. Ma anche agricultura.

Non vogliamo essere relegati ad essere una parte del problema, noi vogliamo essere parte della soluzione al problema.

Ovviamente stanno cambiando repentinamente anche le abitudini nel consumo del vino. I miei amici ristoratori, enotecari e addetti al settore vivono momenti delicatissimi. È evidente. Assieme a loro vivono momenti delicati anche tutte le restanti fette della popolazione, ognuno con i propri pensieri, le proprie preoccupazioni, le proprie speranze.

Quando (ed in funzione del come) le serrande si riapriranno vedremo come modellare la ripresa. Ognuno sarà chiamato a fare la propria parte, e noi certamente non ci tireremo indietro.

Nel frattempo però ci è parsa evidente la necessità di offire la possibilità, a chi ne sentisse la necessità (dato che il vino non è un bene alimentare primario), di arrivare ai nostri prodotti alle persone che li cercano. In questi dieci anni abbiamo messo in piedi una filiera (quasi) completa, che tranne la GDO (per evidenti questioni numeriche) si avvale del supporto di distribuzione nazionale, di qualche distribuzione regionale, del servizio al canale HoReCa. Oltre a questo abbiamo deciso qualche anno fa di collaborare anche con delle piattaforme di vendita online.

Sono delle piattaforme piccole, dove dietro „allo schermo“ agiscono persone, che con attenzione selezionano e con professionalità consigliano, custodiscono e spediscono.

Per esempio dietro a www.vedstore.it c’é Paola di Chiari, dietro a www.trentinoaltoadigewine.it c’è Fausto dalla Valle di Non, dietro a www.gallienoteca.it c’è la famiglia Galli di Senigallia e dietro a www.vineriadamosto11.adunmetro.it c’è Alessandro di Verona.

Ognuno di loro ha una storia alle spalle. Vivono le stesse passioni delle persone che rappresentano. Quando vi affacciate sui loro portali per cercare un vino fatevi consigliare, entrate in contatto con loro. Chiedete, scambiatevi, condividete le esperienze. Non cercate il centesimo di differenza, che non ha senso.

Quello che è certo è che ci sarà da ricostruire, oltre a quelli legati all‘aspetto economico, anche una serie di aspetti legati ai rapporti interpersonali, a come vivremo la nostra socialità da qui in avanti. Inziate con l‘online, per poi mantere e sviluppare poi i rapporti anche nell’offline.

La ripartenza passerà tanto e anche soprattutto da qui.

Un caro saluto e buona primavera a tutti